Leuca: progetto nuova Basilica
In merito al progetto in questione Legambiente esprime tutta la propria meraviglia in quanto, la Chiesa, che per definizione dovrebbe essere strenuo difensore della natura per come è stata creata, si rivela invece portatrice di nefaste proposte progettuali atte a sconvolgere quello che una volta tanto l’uomo si è impegnato a salvaguardare. Dando per buona la necessità avanzata dall’Ente Ecclesiastico di disporre di una nuova Basilica più ampia e confortevole, non si capisce per quale motivo la stessa debba essere edificata in un’area qualificata zona S.I.C. (Siti di Interesse Comunitario) rientrante inoltre nel perimetro del Parco Costiero Otranto – Santa Maria di Leuca.
Riportiamo di seguito il testo integrale
delle considerazioni espresse da Legambiente e depositate presso i compenti
uffici regionali e comunali in merito alla richiesta di permesso di costruire
per lavori di ampliamento della Basilica di Santa Maria di Leuca.
Il lato positivo di questa faccenda consiste nel fatto che l’ecomostro
in questione non è stato ancora costruito e forse riusciamo a risparmiare
alla natura quest’ulteriore scempio.
Come si vedrà, il buon esito della richiesta edilizia passa attraverso
il riconoscimento di “PUBBLICA UTILITA’” dell’intervento.
Le parti scritte in corsivo sono state testualmente riprese dai documenti originari,
ossia:
- Richiesta di Permesso di Costruire;
- Relazione Tecnica Generale del progettista arch. Stivala;
- Verbale del Consiglio Comunale di Castrignano del Capo;
- Parere Istruttorio del Responsabile del Settore IV – Urbanistica ed
Assetto del Territorio – del Comune di Castrignano del Capo, Arch. Lucio
Ricciardi.
LEGAMBIENTE CAPO DI LEUCA
Casella Postale n. 19 - Gagliano del Capo (Le)
Registro Generale Volontariato n. 731 - Codice Fiscale 90021740759
www.capoleucambiente.it
Oggetto: OSSERVAZIONI IN MERITO ALLA RICHIESTA DI PERMESSO DI COSTRUIRE
PER LAVORI DI AMPLIAMENTO DELLA BASILICA DI SANTA MARIA DI LEUCA:
CAPRICCIO O PUBBLICA UTILITA’?
Probabilmente è proprio questa la domanda
da cui bisogna partire per affrontare la delicata questione riguardante la richiesta
di ampliamento della Basilica di Santa Maria di Leuca, avanzata dal Responsabile
Legale Ente “Chiesa Santuario S. Maria de Finibus Terrae” supportato
da oltre 3300 cittadini salentini.
E’ opportuno fare una breve premessa sullo stato dei fatti:
Nel 2007 il Legale Rappresentante dell’Ente “Chiesa Santuario S.
Maria de Finibus Terrae” ha iniziato presso il Comune di Castrignano del
Capo l’iter necessario per il rilascio di un Permesso di Costruire per
la realizzazione di nuove strutture da realizzarsi alle spalle dell’attuale
Basilica. Tenuto conto che l’area in questione, per la sua destinazione
d’uso prevista dal Piano di Fabbricazione del Comune di Castrignano del
Capo e per ulteriori vincoli provenienti dai regolamenti delle Zone SIC (Siti
di Interesse Comunitario) e del Parco Otranto – Santa Maria di Leuca,
non può essere edificata così come richiesto, per poter ottenere
il Permesso di Costruire è necessario che in primo luogo l’Amministrazione
Comunale apporti una variante al proprio Piano di Fabbricazione. Per far questo
oltre alla delibera di Consiglio, in cui si sancisce che l’opera richiesta
ha le caratteristiche di intervento di Pubblica Utilità e che rientra
tra le opere di urbanizzazione secondaria (opere destinate a chiese ed attività
religiose), per le quali è quindi prevedibile ed accettabile una variante
al Piano di Fabbricazione, è necessario che il Comune provveda ad ottenere
le ulteriori autorizzazioni dalla Regione, ovvero dagli Enti preposti, al fine
di superare gli ulteriori vincoli sopra esposti. Ottenuti questi ulteriori permessi,
il Consiglio Comunale può definitivamente deliberare sulla variante da
concedere ed eventualmente approvare il progetto richiesto rilasciando il Permesso
di Costruire che darebbe il via all’inizio dei lavori. Ad oggi, ogni singolo
cittadino od associazione può esporre e depositare presso il Comune di
Castrignano del Capo le proprie considerazioni in merito al progetto in oggetto.
Fatta questa premessa, il nocciolo della questione sarebbe che l’aula
dell’attuale Basilica, con le sue poche centinaia di posti non è
in grado di accogliere le sempre più elevate masse di pellegrini che
giungono da tutto il mondo, da cui ne deriva la necessità di un consistente
ampliamento della stessa, in modo da poter raggiungere la soglia di 1.000 posti.
Questa è la questione, o meglio questa è la problematica iniziale
visto che poi la soluzione finale, più che di “ampliamento”
dell’esistente, riguarda la costruzione ex novo di edifici che nulla hanno
a che vedere con i vecchi preesistenti se non la località ove sono situati:
“Punta Meliso” – “De Finibus Terrae” – “la
fine della terra”.
La nuova struttura che si intende edificare, da 800-1000 posti a sedere, prevedendo
altresì lo spazio di 30-40 posti per i sacerdoti concelebranti, non amplia
infatti la precedente, ma la sostituisce in tutto e per tutto. Si tratta di
una nuova aula (chiesa) completamente indipendente dalla storica Basilica eretta
nei primi anni del cristianesimo sulle rovine di un tempio pagano dedicato
alla Dea Minerva, alla quale, antica basilica, invece dovranno
essere apportate nuove aperture latistanti e retrostanti per meglio collegarla
alla nuova chiesa. Il devoto pellegrino che da tutto il mondo giungerà
a Leuca per assistere alla Santa Messa celebrata all’interno delle storiche
e preziose mura dell’antica Basilica, avrà invece, per sua sfortuna,
la sgradita sorpresa di essere dirottato in una struttura futuristica, che di
storico non ha proprio niente, rischiando peraltro di sentirsi non solo oppresso
dalla struttura medesima, la quale sarà molto contenuta in altezza,
ma nel caso dovesse soffrire di claustrofobia, di avere la improcrastinabile
e vitale necessità di fuggire via all’esterno, così come
chiaramente riconosciuto dallo stesso progettista quando, nella sua Relazione
Tecnica Generale, spiega le funzioni dell’enorme vetrata che ricorda il
“manto celestiale” della Vergine Maria posta a copertura della nuova
chiesa (...omissis… la copertura parziale dell’aula unita al
presbiterio ed il paramento in concomitanza al “fonte battesimale”
che verranno realizzate con strutture vetrate sia per evidenti esigenze di illuminazione
naturale, sia per un richiamo liturgico al “manto celestiale” della
Vergine Maria, che per evitare effetti claustrofobici, visto che l’altezza
della chiesa medesima sarà molto contenuta in altezza …omissis…).
Per avere un quadro completo dell’intervento che si chiede di realizzare
è bene ricordare che lo stesso non riguarda solo ed esclusivamente la
succitata aula, bensì nell’insieme:
- Aula ecclesiale per funzioni religiose che possa contenere almeno 800/1000
posti a sedere;
- Ampio presbiterio con annesso palco in grado di accogliere 30/40 sacerdoti
concelebranti;
- Fonte battesimale o Battistero;
- Penitenzieria con almeno n. 10 postazioni/confessionali;
- Area coro e cantoria con annesso organo;
- 1° Cappella dell’Annunciazione e 2° Cappella votiva;
- sacrestia e servizi;
- aule per la catechesi ed attività connesse;
- sala prove per l’attività della “schola cantorum”;
nonchè ulteriori interventi negli spazi esterni per “Servizi di
ristoro ed accoglienza” dei pellegrini.
L’opera in questione, da realizzarsi alle spalle dell’attuale Basilica,
interessando complessivamente un’area di ben 7.260 metri quadrati (l’equivalente
di un terreno dell’estensione di oltre 72 are), posta più in basso
rispetto all’attuale piano di calpestio e degradando fino a circa 6-7
metri, in cui verranno altresì scavate nella roccia le due cappelle votive
suddette (una delle quali si intende realizzarla identica all’originale
casa di Nazareth ove visse la Madonna), va quindi considerata nella sua
interezza, complessità e mastodonticità.
Probabilmente è proprio il concetto-desiderio di mastodontico che fa
perdere il senso della realtà alla parte proponente e il lume della ragione
all’amministratore poco accorto e proiettato in un mondo fantastico ed
illusorio, in un’Italia immaginaria fatta non solo da santi, poeti e navigatori
ma anche da principi ed architetti, che: “Si augura che i nostri posteri
possano studiare sui libri di storia che l’Arch. Stivala e questo Consiglio
hanno approvato un’opera eccezionale sulla <fine della terra>”.
?CAPRICCIO O PUBBLICA UTILITA’?
Atteso che nessuno meglio del progettista dovrebbe conoscere vizi e virtù
delle proprie opere; atteso che nessuno meglio del Responsabile Legale dell’Ente
Chiesa Santuario S. Maria de Finibus Terrae dovrebbe conoscere l’enorme
differenza che passa tra un devoto pellegrino ed un banale turista; atteso che
il devoto pellegrino rimarrà deluso dal suo pellegrinaggio non potendo
assistere alla Santa Messa celebrata nell’antica Basilica; atteso che
il banale turista tende maggiormente ad accalcare le spiagge che non le sacre
strutture nell’ora della Santa Messa; Legambiente, per la costruzione
dell’opera in questione, così come progettata e proposta in funzione
dell’obiettivo primario che si intende perseguire, ritiene che l’intera
comunità del Capo di Leuca e l’intero Salento, così come
salentini sono i non meglio identificati e sicuramente disinformati firmatari
a supporto della richiesta in questione (le loro firme, sono state
trasmesse in Comune in data 6 marzo 2007 insieme ad una relazione illustrativa
a firma del tecnico progettista; l’istanza per l’ottenimento del
Permesso di Costruire, con evidentemente allegato il progetto definitivo, viene
presentata in Comune solo 6 mesi più tardi il 26 settembre 2007), non
possa e non debba lasciarsi derubare del proprio territorio: un bene comune
dal pregio e dal valore storio-ambientale-paesaggistico a tutti i livelli, nazionali
ed internazionalii, oggettivamente riconosciuto ed ufficialmente decretato attraverso
l’inserimento di tale area nelle perimetrazioni dei SITI DI RILEVANZA
COMUNITARIA (SIC) e la costituzione del PARCO OTRANTO-SANTA MARIA DI LEUCA,
volti alla tutela e protezione di quelle aree rimaste a tutt’oggi incontaminate
e che devono rimanere tali per il bene pubblico e per l’immagine del Salento
nel mondo.
Allo stato dei fatti, Legambiente, considerato che in definitiva si tratta della
realizzazione di più unità immobiliari articolate e complesse
che vanno ben oltre una nuova chiesa più ampia ed accogliente, ritiene
che le stesse, se realmente necessarie, debbano essere costruite in altro luogo
non sottoposto a vincoli di salvaguardia ambientale e quindi nel rispetto della
natura e del verde pubblico, che non va eliminato come già avvenuto nel
piazzale antistante la Basilica, già trasformato in una triste, deprimente
ed apocalittica visione desertica, ma aumentato in tutte le sue forme più
rigogliose tipiche del Salento e dell’area mediterranea, con particolare
attenzione a quelle essenze floreali che non solo sono tipiche del Capo di Leuca,
quali mirto e lentisco, ma addirittura uniche nel mondo, come la Centaurea Leucadea.
Legambiente ritiene, pertanto, che gli interventi che si vorrebbero attuare
nell’area prescelta, eventualmente necessari per migliorare la fruizione
della Basilica da parte dei pellegrini, devono essere strettamente compatibili
con quelli ammessi per la fruizione del Parco da parte di tutte le persone e
per la tutela e valorizzazione dello stesso con conseguente valorizzazione dell’intero
Salento meta di un turismo diffuso rivolto alla ecosostenibilità.
Inoltre in merito a quanto dichiarato dal Responsabile del Settore IV –
Urbanistica ed Assetto del Territorio – del Comune di Castrignano del
Capo, Arch. Lucio Ricciardi, nel Parere Istruttorio, relativamente alla Vincolistica
Ambientale Parco Otranto – S. Maria di Leuca – Zone SIC, ove denota
che l’area su cui si intende procedere con il richiesto intervento edilizio
fa parte di un territorio oramai antropizzato, è d’obbligo
ricordare che il Parco Otranto – S. Maria di Leuca, definitivamente approvato
nel 2006, è stato costituito col sistema così detto “a macchia
di leopardo”, in funzione del fatto che sono state escluse dalla perimetrazione
del Parco proprio quelle aree antropizzate a cui si riferisce, a suo tempo indicate
da tutte le Amministrazioni Comunali rientranti nel Parco ed aderenti allo stesso.
E più nello specifico, se l’antropizzazione rilevata dal
Responsabile del Comune di Castrignano del Capo proviene dalle costruzioni private
situate al di sotto del faro, per alcune delle quali nel corso del 2008 fu ordinato
il sequestro da parte della Magistratura, sarebbe il caso di verificare se le
stesse anziché essere richiamate a sostegno di una tesi che ammetta la
costruzione di nuove volumetrie, non debbano essere invece oggetto di maggiori
e dettagliati accertamenti da parte delle autorità competenti in materia
di abusivismi edilizi relativamente alla loro costruzione così come per
le piscine ivi presenti.
Gagliano del Capo, 11 febbraio 2009
Il presidente
Valerio Ferilli