DAL VITIGNO AL BICCHIERE

IL PIACERE DI DEGUSTARE IL VINO CAPENDONE LE ORIGINI E LA PROFONDITA'

Corso teorico-pratico di primo livello per conoscere e gustare il vino.

 

Si è concluso martedì 24 marzo il ciclo di quattro serate del corso “DAL VITIGNO AL BICCHIERE” organizzato da Legambiente Capo di Leuca in collaborazione con il ”RETRO’”di Salvatore De Nuccio di Castrignano del Capo, per conoscere e gustare il vino.
Una simpatica iniziativa fortemente voluta da Legambiente nell’ambito di “ARTE – CULTURA – TRADIZIONI 2009”, che ha riscosso molto interesse ed è stata molto apprezzata dai partecipanti, ai quali è stato meritevolmente consegnato un attestato di frequenza dal significato tutt’altro che simbolico.
Si è trattato di un intrigante viaggio che ha portato i nostri degustatori alla riscoperta di una realtà che nel nostro Salento, pur avendo antiche origini e pur essendo stata un elemento indiscusso della vita e delle abitudini quotidiane delle nostre generazioni passate, lu mieru, non ha saputo radicarsi nella nostra cultura rimanendo abbandonata a sé stessa, alle vecchie putee man mano chiuse ed agli antichi vitigni man mano abbandonati, bruciati o convertiti ad altra coltura.
Fino a 30 anni fa le nostre campagne erano ricche di vigneti ed ogni famiglia, con i vecchi sistemi tramandati per decenni, si adoperava per farsi la propria scorta di vino. I giorni della vendemmia portavano nei paesi, ancora non sommersi dalle auto, un alacre movimento di persone, si potevano vedere gli ultimi carretti trainati dai cavalli colmi di grappoli d’uva che dai vigneti si dirigevano verso i parmenti. Ve ne erano tantissimi, dappertutto, nelle campagne, nei comuni e nelle piccole frazioni, ad esempio Arigliano, frazione di Gagliano del Capo, ne contava ben tre, tutti stracolmi di uva da pigiare ovviamente coi piedi. La fatica lasciava il passo a quella che sembrava essere l’importanza dell’evento: discussioni tecniche miste a racconti, aneddoti, battute e risate facevano da contorno all’intenso profumo di mosto che inondava le strade entrando nelle case.
I partecipanti del corso sono così tornati indietro di 30 anni riprendendo quei discorsi tecnici che non potevano assolutamente mancare nei parmenti: la provenienza dell’uva, la terra più o meno grassa, la vicinanza del mare e poi le botti: la loro qualità, il legno, come pulirle; e poi ancora la temperatura, i profumi e gli odori della cantina; il colore del vino e così via. Ognuno, forte della propria esperienza di un’intera vita, a pronosticare la bontà del vino che si stava preparando.
Sono passati appena 30 anni da quando quei parmenti uno dopo l’altro hanno smesso di funzionare ma sembra di parlare di antiche leggende, di un mondo lontano perso chissà dove. Ma questa è storia e non sono certo queste le leggende che durante il corso sono state sfatate, bensì altre, quelle che vogliono che con il pesce si debba obbligatoriamente bere vino bianco o quella secondo cui tutti i vini invecchiando migliorano, giusto per ricordarne alcune delle tante.
Legambiente auspica di riproporre in futuro queste avvincenti serate confidando magari nella partecipazione dei grandi assenti di questa edizione: gli addetti del settore ristorazione, quelle persone che hanno scelto nella loro vita di svolgere un’attività a diretto contatto con il pubblico, assumendosi in questo modo anche la responsabilità di rappresentare il nostro Salento ai turisti. Anche per loro, se non per nuova conoscenza in quanto evidentemente già esperti della materia, almeno uno scambio di idee potrebbe tornare utile sia a livello personale e sia a livello professionale.

F O T O